Ultima modifica 25.03.2020

Generalità

Il trapianto di cornea, noto anche come cheratoplastica, è l'operazione chirurgica di sostituzione parziale o totale della cornea; tale intervento viene utilizzato nei casi di cornea danneggiata o non più funzionale, per sostituirla con un elemento analogo sano, sintetico o prelevato da un donatore deceduto da poco.
Trapianto di CorneaLa più comune condizione che richiede il trapianto di cornea è il cheratocono.
Esistono tre tipi di trapianto di cornea: la cheratoplastica perforante (o penetrante), la cheratoplastica lamellare e la cheratoplastica endoteliale.
Dopo l'operazione, il paziente deve attenersi ad alcune importanti indicazioni mediche, per evitare spiacevoli complicanze.
Una cornea trapiantata può durare anche 25 anni.

Cos'è il trapianto di cornea?

Il trapianto di cornea, o cheratoplastica, è l'intervento chirurgico tramite cui il medico operante provvede alla sostituzione totale o parziale della cornea originaria, non più funzionale e fortemente danneggiata, con un elemento analogo sano, di origine sintetica o proveniente da un donatore deceduto da poco.

COS'È LA CORNEA? UN BREVE RIPASSO

La cornea è la membrana trasparente e multistrato, che risiede nella parte anteriore dell'occhio e ricopre l'iride e la pupilla.
Priva di vasi sanguigni (quindi non vascolarizzata), questa particolare membrana rappresenta la prima "lente" che la luce incontra quando raggiunge l'occhio.
Le funzioni della cornea, che meritano una citazione particolare, sono almeno tre:

  • Protezione e sostegno delle strutture oculari;
  • Filtrazione di alcune lunghezze d'onda ultraviolette → la cornea permette ai raggi luminosi di passare attraverso il tessuto oculare, anziché essere riflessi o assorbiti.
  • Rifrazione delle luce → alla cornea spetta il 65-75% delle capacità dell'occhio di far convergere i raggi luminosi provenienti dall'esterno sulla fovea, ossia la regione centrale della retina.
Anatomia occhio

Usi

La cornea è una zona dell'occhio molto delicata e dalle scarsissime capacità di autoriparazione.
Ciò spiega per quale motivo una lesione a suo carico renda indispensabile l'intervento di trapianto.
Le più comuni condizioni mediche che richiedono il trapianto di cornea sono:

  • Il cheratocono: è, in assoluto, la principale causa di trapianto di cornea;
  • Le malattie degenerative del tessuto corneale;
  • La perforazione corneale;
  • Le infezioni alla cornea che non rispondono ad alcun trattamento antibiotico;
  • La presenza, sulla cornea, di cicatrici.

Procedura

I chirurghi oculisti possono effettuare l'intervento di trapianto di cornea in almeno tre modalità, il cui nome è:

  • Cheratoplastica perforante o cheratoplastica penetrante;
  • Cheratoplastica lamellare;
  • Cheratoplastica endoteliale.

Mentre la cheratoplastica perforante prevede la sostituzione di un intero spessore di cornea e rappresenta la modalità operativa di più vecchia data, la cheratoplastica lamellare e la cheratoplastica endoteliale prevedono la sostituzione di alcuni strati di cornea e rappresentano le modalità d'intervento più moderne.

CHERATOPLASTICA PERFORANTE O PENETRANTE

Per la cheratoplastica perforante, il medico operante utilizza una sorta di taglierino, chiamato trephine, attraverso il quale taglia la sezione di cornea danneggiata, per il suo intero spessore.
Dopo la resezione, provvede alla rimozione della sezione corneale danneggiata e alla sostituzione di quest'ultima col quella "nuova", sintetica o prelevata da un donatore.
L'innesto della "nuova" cornea richiede l'applicazione di diversi punti di sutura, la cui rimozione, in alcuni frangenti, può avere luogo anche dopo 12 mesi dalla procedura.
L'intervento di cheratoplastica perforante può avvenire in anestesia generale o in anestesia locale: nel primo caso, il paziente è incosciente e insensibile al dolore per tutta la durata dell'operazione; nel secondo caso, invece, rimane cosciente durante l'intervento, ma, ciononostante, non prova comunque alcun dolore.
Una classica operazione di cheratoplastica perforante dura 45-60 minuti, anestesia compresa.
Di norma, è previsto il ricovero ospedaliero di una notte, per consentire al paziente di riprendersi al meglio dall'anestesia e dai primissimi effetti della procedura chirurgica.

CHERATOPLASTICA LAMELLARE

Attraverso la cheratoplastica lamellare, i chirurghi oculisti provvedono al trapianto degli strati più esterni ed eventualmente centrali della cornea.
La strumentazione utilizzata può consistere nel già citato trephine oppure in un laser particolare, progettato allo scopo.
Alla resezione degli strati di cornea danneggiati, fa seguito l'applicazione degli strati di cornea sani, prelevati da un donatore o di origine sintetica.
L'innesto degli strati sani di cornea richiede la realizzazione di diversi punti di sutura, esattamente come nel caso della cheratoplastica penetrante.
Esistono due sottotipi di cheratoplastica lamellare:

  • La cheratoplastica lamellare anteriore: consiste nella rimozione e sostituzione degli strati più esterni della cornea.
  • La cheratoplastica lamellare anteriore profonda: consiste nella rimozione e sostituzione degli strati più esterni e centrali della cornea.

Al termine delle procedure di cheratoplastica lamellare, il paziente può far ritorno a casa dopo qualche ora dalla conclusione dell'intervento, a patto che le condizioni siano stabili.

CHERATOPLASTICA ENDOTELIALE

Mediante la cheratoplastica endoteliale, i chirurghi oculisti provvedono al trapianto degli strati più interni della cornea ed eventualmente del cosiddetto stroma corneale (N.B: una descrizione anatomica della cornea è presente qui).
Come nel caso della cheratoplastica lamellare, gli strumenti utilizzati possono consistere nel solito trephine oppure in un raggio laser studiato allo scopo.
Dopo la resezione degli strati di cornea danneggiati, segue l'applicazione degli strati di cornea sani, prelevati da un donatore o di origine sintetica.
Per l'innesto degli strati sani di cornea non servono punti di sutura, ma una bolla d'aria, creata appositamente per mantenere in sede il trapianto corneale. Questa bolla si riassorbe autonomamente nel giro di pochi giorni, il tempo necessario all'innesto per attaccarsi in modo definitivo al resto della cornea.
Esistono due sottotipi di cheratoplastica endoteliale:

  • La cheratoplastica endoteliale con stripping (o strippaggio) della membrana di Descemet: consiste nella sostituzione degli strati più interni della cornea e di un 20% dello stroma corneale.
  • La cheratoplastica endoteliale della membrana di Descemet: consiste nella sola sostituzione degli strati più interni della cornea.

Al termine delle procedure di cheratoplastica endoteliale, il paziente può far ritorno a casa dopo qualche ora dalla conclusione dell'intervento, a patto che le condizioni siano stabili.

Fase post-operatoria

Subito dopo la procedura di trapianto di cornea, il paziente:

  • Deve mantenere il bendaggio protettivo, applicato a difesa dell'occhio operato, per almeno un'intera giornata;
  • Potrebbe avvertire un leggero dolore oculare. È normale;
  • Potrebbe soffrire di vista offuscata. È normale.

RACCOMANDAZIONI POST-OPERATORIE

Una volta a casa, il paziente deve fare attenzione a:

  • Non strofinare gli occhi;
  • Non compiere sforzi fisici eccessivi e non sollevare pesi;
  • Non frequentare luoghi polverosi, inquinati o in cui circoli fumo;
  • Usare gli occhiali da sole, fintanto che il sole è causa di fastidio;
  • Non praticare sport di contatto, fino a diversa indicazione del medico;
  • Indossare occhiali protettivi, durante determinate attività sportive, anche se sono trascorsi diversi mesi dall'intervento;
  • Non bagnare eccessivamente l'occhio, durante i bagni e le docce, per almeno un mese;
  • Non riprendere a guidare, fino a diversa indicazione del medico;
  • Proteggere l'occhio con una benda, per almeno qualche settimana.

Rischi e complicazioni

Una delle complicanze più temute del trapianto di cornea è il rigetto, ovvero la reazione esagerata, messa in moto dal sistema immunitario, contro il "nuovo" organo impiantato. Del resto, il sistema immunitario di uno specifico organismo serve appositamente a riconoscere e aggredire tutto ciò che è estraneo all'organismo stesso.
Fenomeno discretamente comune – colpisce infatti un trapiantato su 5 (quindi il 20% dei pazienti) – il rigetto di cornea si manifesta con diversi sintomi e segni, tra cui:

In presenza di tale sintomatologia, è consigliabile rivolgersi al più presto al proprio medico curante, per esporgli il problema. Con un provvedimento tempestivo, è possibile fermare l'evolversi della complicazione.
Ad aumentare il rischio di rigetto concorrono le infiammazioni oculari, dovute per esempio ad ambienti fumosi, sostanze irritanti, polvere o giornate particolarmente ventose.

ALTRE COMPLICAZIONI

Oltre al rigetto, il trapianto di cornea può comportare anche altre complicanze, quali:

  • Astigmatismo;
  • Glaucoma;
  • Uveite;
  • Distacco di retina;
  • La ricomparsa della condizione morbosa che ha reso necessario il trapianto;
  • Piccole riaperture delle ferite chirurgiche. Si ricorda che la riparazione della cornea è molta lenta, quindi una ferita ai danni della stessa guarisce molto lentamente;
  • Infezioni, specie quando le ferite chirurgiche si stanno rimarginando.

Risultati

La vista di un individuo sottoposto a trapianto di cornea può stabilizzarsi nel giro di poche settimane, così come dopo un anno o più.
Sulla tempistica incidono diversi fattori, tra cui: la modalità d'intervento e le condizioni della cornea al momento dell'operazione.
In genere, se tutto procede per il meglio, le cornee trapiantate mantengono la loro trasparenza per circa 25 anni.
I lettori possono consultare alcune delle più frequenti domande, relative al trapianto di cornea, cliccando qui.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza