Mal di Testa: Cause, Sintomi e Classificazione

Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Cos'è un mal di testa?
  2. Classificazione, Sintomi e Cause
  3. Trattamento

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Cos'è un mal di testa?

Il mal di testa comune, che i medici identificano con il termine cefalea, è definito dagli stessi come un dolore localizzato all'interno del capo o alla parte superiore del collo.
Le cefalee sono causate dall'alterazione dei meccanismi e dei processi fisiologici che attivano e/o coinvolgono strutture sensibili allo stimolo del dolore, localizzate in alcune zone della testa e del collo: periostio del cranio, muscoli, nervi, arterie e vene, tessuti sottocutanei, occhi, orecchie, seni paranasali e mucose. Non è ancora chiaro, tuttavia, il motivo per cui questi segnali dolorosi vengano inizialmente attivati. Le cefalee primarie non sono quasi mai provocate da un'unica causa: nella maggior parte dei casi, rappresentano il risultato dell'interazione tra predisposizione genetica, cause endogene (interne all'organismo) e fattori scatenanti (cioè gli stimoli che innescano le alterazioni). In altri casi, il mal di testa può essere il risultato di un trauma alla testa o, raramente, segno di una più grave condizione medica. Le cefalee secondarie possono rappresentare, infatti, un sintomo aspecifico, in quanto possono associarsi ad una serie di diverse condizioni, determinate da molteplici cause. Ovviamente, il trattamento del mal di testa dipende dall'eziologia sottostante.

Mal di Testa
Le principali Cause del mal di testa

Meccanismi endogeni

Fattori scatenanti

Classificazione, Sintomi e Cause

Esistono diversi sistemi che permettono di classificare accuratamente il mal di testa. Il più conosciuto è la "Classificazione Internazionale delle Cefalee" (ICHD), redatto dalla International Headache Society e approvato dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che distingue le cefalee primarie in base ai sintomi e le forme secondarie in base alla loro eziologia.

Lo scopo di questi sistemi di classificazione consiste nel fornire agli operatori sanitari uno strumento per agevolare il riconoscimento dei diversi tipi di mal di testa, quindi formulare una diagnosi specifica e, conseguentemente, adottare la strategia terapeutica più efficace.
Per semplificare la distinzione, è possibile suddividere il mal di testa fondamentalmente in tre categorie:

  • Cefalee primarie;
  • Cefalee secondarie;
  • Nevralgie craniche e dolori facciali centrali o primari e altre cefalee.

Cefalea primaria

Le cefalee primarie devono essere considerate come malattie vere e proprie, nel senso che non sono sempre scatenate da cause specifiche, immediatamente identificabili. Nella maggior parte dei casi, sono legate a scorrette abitudini di vita, a reazioni ormonali o a fattori ambientali.
Le cefalee primarie sono la forma più comune di mal di testa e fra queste tre sono le principali:

  • Cefalea tensiva: rappresenta la forma più comune e relativamente meno dolorosa di cefalea primaria.
    • Il mal di testa dipende principalmente dall'involontaria e continua contrazione dei muscoli della nuca, della fronte, delle tempie, del collo e delle spalle, associata a condizioni di tensione. Tende a manifestarsi con attacchi di durata variabile tra mezz'ora e la settimana.
    • La cefalea tensiva può essere correlata allo stress, alla depressione, all'ansia o alla postura scorretta. Il disturbo è solitamente più comune nel sesso femminile.
    • Il dolore è bilaterale e costrittivo (definito spesso come un "cerchio alla testa"), localizzato nella regione occipitale (parte posteriore del cranio) oppure diffuso a tutto il capo.
    • Il mal di testa è persistente, ma generalmente di intensità media o lieve. Non condiziona le normali attività quotidiane del paziente e il movimento sembra aiutare ad alleviare il disturbo.
    • Altri sintomi che possono associarsi alla cefalea tensiva possono essere: dolorabilità dei muscoli pericranici (regolano il movimento della mandibola), manifestazioni ansiose e sensibilità alla luce o al rumore. Raramente compaiono vomito e nausea.
  • Emicrania: costituisce il secondo tipo più comune di cefalea primaria. Colpisce prevalentemente le donne, ma può presentarsi anche in età infantile.
    • Il dolore è descritto come intenso (moderato-grave) e di natura pulsante. Questo tende ad esordire lentamente, su un solo lato della testa, coinvolgendo generalmente la regione frontale sopra l'occhio e la tempia. Il mal di testa può anche diffondersi ad entrambi i lati e, di solito, peggiora con il movimento. Tutto ciò, ovviamente, limita il paziente nello svolgimento delle abituali attività quotidiane.
    • Si manifesta con attacchi ricorrenti, ma che si presentano con una frequenza molto variabile (da pochi episodi all'anno a 2-3 attacchi alla settimana). Un attacco emicranico può durare da quattro ore a tre giorni.
    • Le cause esatte sono ancora sconosciute, ma la teoria principale attesta l'origine neurovascolare del disturbo. Alcuni stimoli inducono un'alterazione del sistema di regolazione del dolore, che a sua volta provoca cambiamenti nei vasi sanguigni del cervello. Inoltre, il mal di testa può essere innescato da una serie di fattori scatenanti come: squilibri ormonali (emicrania mestruale), alimenti (cioccolato, formaggi stagionati o additivi alimentari), cause ambientali, astinenza da caffeina, mancanza di sonno, fumo, alcol ecc.
    • L'emicrania si associa a sintomi come: nausea, vomito, fotofobia (sensibilità alla luce), fonofobia (sensibilità al suono) e/o osmofobia (sensibilità agli odori). Per questo motivo, molte persone con l'emicrania preferiscono riposare in una stanza buia e silenziosa.
    • L'emicrania può manifestarsi con o senza aura. L'aura consiste in una serie di sintomi transitori di tipo neurologico (disturbi visivi, sensoriali e della parola), che precedono e accompagnano particolari forme di emicrania.
  • Cefalea a grappolo: rappresenta la forma di cefalea primaria meno comune, ma più grave.
    • Il dolore è intenso e di tipo trafittivo e lancinante. Il mal di testa è quasi sempre unilaterale (colpisce sempre un solo lato della testa) e nel corso di un attacco rimane strettamente sullo stesso lato.
    • Gli attacchi sono frequenti e ravvicinati (possono durare da 2 settimane a 3 mesi) e tendono a presentarsi in determinati periodi del giorno e dell'anno. Ogni episodio di cefalea a grappolo dura da 15 minuti a 3 ore e si può manifestare con frequenza variabile, ad esempio una crisi ogni due giorni o più attacchi nell'arco delle ventiquattr'ore. Questi periodi di tempo sono seguiti da una remissione completa dei sintomi. L'attacco inizia maniera rapida e raggiunge la massima intensità entro 15 minuti circa.
    • Il caratteristico dolore alla testa può essere associato ad altri sintomi ben definiti, come lacrimazione, arrossamento congiuntivale, abbassamento della palpebra, rinorrea e congestione nasale. A differenza dell'emicrania, la cefalea a grappolo non si accompagna quasi mai a nausea o vomito.
    • La cefalea a grappolo colpisce più frequentemente gli uomini, i fumatori e gli adulti di età superiore ai vent'anni.
    • Le possibili cause alla base del disturbo devono essere ancora completamente definite, ma si ritiene siano implicate alcune specifiche alterazioni ormonali e nervose, con potenziale coinvolgimento dell'ipotalamo (ciò spiegherebbe perché gli attacchi e la periodicità degli stessi si presentano con una cadenza precisa). I principali fattori scatenanti sono: Jet lag, stress, alterazioni dei ritmi di sonno-veglia, fumo ed eccessivo consumo di bevande alcoliche.

Tutte queste forme di cefalea primaria possono essere:

  • Episodiche: le crisi dolorose hanno una frequenza occasionale e sporadica, presentandosi per meno di 15 giorni al mese.
  • Croniche: il dolore compare con una frequenza elevata, per almeno 15 giorni al mese e per più di sei mesi, senza rispondere efficacemente alla terapia e associandosi spesso a disabilità. L'emicrania è la forma che tende con maggior facilità a cronicizzare.

Diagnosi differenziale di mal di testa

Cefalea tensiva

Emicrania

Cefalea a grappolo

Tipo di dolore

Costrittivo

Pulsante

Trafittivo e lancinante

Localizzazione

Bilaterale

Unilaterale

Unilaterale

Intensità

Da lieve a moderata

Da Moderata a grave

Grave

Durata

Da 30 minuti a diverse ore

Da 4 a 72 ore

Da 15 minuti a 3 ore

Frequenza

Variabile

Variabile

Ricorrenza periodica

Altri sintomi

Sensibilità alla luce o al rumore, senza vomito o nausea (lieve nella forma cronica) e senza aura. Trae beneficio dall'attività fisica o dal movimento Nausea e/o vomito,
sensibilità al movimento, luce e rumore. Può presentarsi con o senza aura. Aggravata dallenormali attività di routine.

Blefaroptosi, miosi, congestione nasale e lacrimazione. La posizione sdraiata peggiora il dolore.

Chi è più a rischio

Sesso femminile

Sesso femminile

Sesso maschile


Cefalea secondaria

Le cefalee secondarie derivano da altre condizioni patologiche e, in pratica, rappresentano uno dei loro sintomi. Alcune malattie possono frequentemente essere confuse con il mal di testa, proprio perché presentano nella loro sintomatologia questa manifestazione: sinusite (infiammazione dei seni paranasali), faringite (infiammazione o infezione della gola), otite (infezione dell'orecchio o infiammazione) e trauma cranico. Le cefalee secondarie possono essere causate anche da condizioni patologiche molto gravi e, specie se si associano ad altri sintomi "allarmanti", non devono essere trascurate. La diagnosi precoce e la cura tempestiva permettono, infatti, di limitare il disturbo all'origine del mal di testa, prima che questo degeneri divenendo rischioso per la vita (come nel caso di emorragie intracerebrali e ictus). Fortunatamente, le cefalee secondarie "pericolose" rappresentano solo una piccola percentuale dei casi. Se il dolore alla testa si manifesta improvvisamente, con un'intensità peggiore rispetto a quanto si sia mai sperimentato, e se questo si associa ad altri sintomi che non possono essere riferiti al mal di testa, è necessario riferire urgentemente la condizione al proprio medico. Questo può stabilire se si tratta di una cefalea primaria occasionale e isolata oppure può richiedere ulteriori accertamenti diagnostici per risalire all'origine del mal di testa.

La distinzione tra cefalee primarie e secondarie può essere difficile.
Le indagini diagnostiche possono includere:

L'International Headache Society elenca otto categorie di cefalea secondaria. Di seguito, sono riportati alcuni esempi.

Le cefalee secondarie possono manifestarsi in conseguenza di:

Nevralgie craniche, dolori facciali e altre cefalee

Le nevralgie craniche sono un gruppo di cefalee che si verifica fondamentalmente per l'infiammazione dei nervi cranici e/o cervicali, i quali diventano la fonte del dolore alla testa. Ad esempio, la nevralgia del trigemino rappresenta una sintomatologia che interessa la terminazione nervosa localizzata nel volto, nella parte anteriore del cranio e nella cavità orale, e deputata alla trasmissione di stimoli motori e sensitivi al cervello e viceversa. Anche diverse forme di dolore facciale e una varietà di altre cause di cefalea sono incluse in questa categoria.

Trattamento

Per approfondire: Rimedi per la Cefalea

Non tutti i tipi di mal di testa e non tutti gli attacchi richiedono necessariamente una cura.

La terapia più adeguata dev'essere sempre stabilita dal medico, in relazione alla presenza di diversi fattori, tra cui il tipo e la frequenza della cefalea, i sintomi accusati, le patologie coesistenti e le cause scatenanti.

Inoltre, il medico può raccomandare diversi comportamenti per gestire e prevenire il mal di testa.


Per approfondire: Farmaci per curare il Mal di Testa

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici