Influenza Aviaria: Cos'è, Sintomi, Come Si Trasmette all'Uomo e Rischi

Influenza Aviaria: Cos'è, Sintomi, Come Si Trasmette all'Uomo e Rischi
Ultima modifica 27.02.2024
INDICE
  1. Cos'è l'Influenza Aviaria
  2. Influenza Aviaria nell'uomo
  3. Sintomi e Complicazioni
  4. Cause
  5. Contagio
  6. Fattori di rischio
  7. Diagnosi
  8. Trattamento
  9. Prevenzione
  10. Vaccino

Cos'è l'Influenza Aviaria

L'influenza aviaria è una malattia infettiva e contagiosa che colpisce i volatili domestici e selvatici, provocando spesso una malattia grave e perfino la morte dell'animale.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/10/26/influenza-aviaria-orig.jpeg Shutterstock

I virus influenzali di tipo A responsabili dell'influenza aviaria possono infettare anche altri animali e, in alcuni casi, gli esseri umani. Non a caso, tra tutti, quello che desta maggiori preoccupazioni - avendo causato diversi casi di malattia, anche mortale, nell'uomo - è il virus A/H5N1, a cui si è aggiunto il pericoloso ceppo H7N9.

I virus che causano l'influenza aviaria sono quindi di diverso tipo. La loro spiccata patogenicità pone le basi per frequenti mutazioni e fenomeni di ricombinazione; in pratica, i virus dell'influenza aviaria hanno la tendenza a mutare e a scambiarsi tratti genetici per dar vita a nuovi sottotipi virali.

Negli ultimi anni, i focolai di influenza aviaria si sono verificati in Asia, Africa e in parte dell'Europa.

I due principali rischi per la salute umana derivanti dalla malattia sono:

  1. infezione diretta, quando il virus viene trasmesso da un uccello infetto all'uomo
  2. mutazione o ricombinazione del virus in una forma altamente contagiosa per gli esseri umani, trasmissibile più facilmente da persona a persona.

Nota importante

I virus influenzali circolanti negli animali rappresentano una potenziale minaccia per la salute umana. Gli esseri umani possono infatti ammalarsi quando infettati da alcuni virus di origine animale, incluso il virus dell'influenza aviaria (con i suoi sottotipi H5N1, H9N2, H7N7, H7N2, H7N3, H3N8) e il virus dell'influenza suina (sottotipi H1N1 e H3N2).

Il principale fattore di rischio per l'infezione umana sembra essere lo stretto contatto con animali infetti, vivi o morti, o con le loro feci e secrezioni respiratorie.

Influenza Aviaria nell'uomo

La maggior parte dei virus influenzali aviari non causa malattie negli esseri umani. Tuttavia, alcuni ceppi sono zoonotici, nel senso che possono infettare l'uomo e causare la malattia. L'esempio più noto è il virus dell'influenza aviaria H5N1, attualmente in circolazione nel pollame in alcune regioni dell'Asia e dell'Africa. A differenza dell'influenza stagionale umana, l'aviaria H5N1 NON si diffonde facilmente da persona a persona. Dal primo caso umano nel 1997, il virus H5N1 ha ucciso quasi il 60% delle persone infettate. A partire dal 2011, questo virus ad alta patogenicità è considerato endemico in sei Paesi (Bangladesh, Cina, Egitto, India, Indonesia e Vietnam); ciò significa che il virus può trovarsi comunemente nel pollame circolante in questi Paesi. Focolai sporadici si sono verificati anche in altre nazioni.

Oltre all'H5N1, altri sottotipi di virus dell'influenza aviaria, tra cui H7N7 e H9N2, hanno contagiato esseri umani: alcune di queste infezioni sono state gravi ed hanno provocato morti, ma per la maggior parte sono state lievi o addirittura subcliniche.

Il 1° aprile 2013, in Cina, sono stati segnalati i primi noti casi umani di infezione da virus dell'influenza aviaria H7N9. Questi sono stati associati ad una grave malattia respiratoria, potenzialmente fatale.
I virus dell'influenza aviaria sono stati isolati da più di 100 diverse specie di uccelli selvatici di tutto il mondo, tra cui limicoli o acquatici (gabbiani, anatre, oche e cigni). Si sospetta che l'infezione possa diffondersi da questi portatori naturali al pollame domestico (polli, tacchini, anatre) e ad altri animali da allevamento, come maiali, cavalli, delfini e balene. Gli uccelli svolgono un ruolo importante come fonte di cibo e mezzi di sussistenza in molti Paesi colpiti dal virus dell'influenza aviaria. Per questo motivo l'OMS e altri enti del settore sanitario stanno lavorando per identificare e ridurre i rischi per la salute degli animali e per quella pubblica in contesti nazionali.

Sintomi e Complicazioni

Sintomi Influenza Aviaria: cosa provoca nell'uomo?

I segni ed i sintomi dell'influenza aviaria possono essere variabili. L'esordio della malattia avviene dopo un periodo di incubazione variabile, da 1 a 7 giorni dal momento dell'infezione. Nella maggior parte dei casi, i sintomi somigliano a quelli dell'influenza convenzionale, vale a dire:

Alcune persone sperimentano anche nauseavomito o diarrea. In alcuni casi, una lieve infezione oculare (congiuntivite) è l'unica espressione della malattia. I sintomi possono peggiorare ed evolvere in una malattia respiratoria grave che può essere fatale. Nel febbraio 2005, alcuni ricercatori in Vietnam hanno segnalato casi umani di influenza aviaria in cui il virus aveva infettato il cervello ed il tratto digestivo.

Aviaria: Complicazioni e Rischi per la salute

Le persone affette da influenza aviaria possono sviluppare complicanze potenzialmente letali, tra cui:

Cause

L'influenza aviaria interessa molti uccelli acquatici selvatici migratori e può diffondersi al pollame domestico, come polli, tacchini, anatre ed oche.

L'influenza aviaria colpisce perlopiù gli uccelli selvatici che solitamente non si ammalano, ma fungono da serbatoio e possono eliminare i virus attraverso le feci e le secrezioni respiratorie. Di conseguenza, possono essere molto contagiosi per i volatili domestici con cui gli uomini entrano in contatto con maggiore facilità.

La malattia si trasmette all'uomo attraverso il contatto con le feci di un uccello infetto o con le sue secrezioni provenienti da naso, bocca ed occhi. Le modalità di trasmissione più comuni sono la trasmissione oro-fecale, oro-nasale e congiuntivale. Mercati all'aperto o fattorie, dove le uova e gli uccelli sono venduti in condizioni di sovraffollamento ed igiene precaria, possono rappresentare focolai di infezione e diffondere la malattia in comunità più ampie. L'infezione può essere contratta semplicemente toccando le superfici contaminate.

Il virus dell'influenza aviaria (H5N1) trova nelle basse temperature le condizioni migliori per la propria sopravvivenza, riuscendo a resistere nell'ambiente per lunghi periodi (oltre 30 giorni a 0°C), e per un tempo indefinito in materiale congelato. D'altro canto, è molto sensibile all'azione del calore (almeno 70°C) sviluppato durante la cottura degli alimenti.

Quanto è resistente e stabile il virus dell'influenza aviaria?
CONDIZIONE TEMPO DI SOPRAVVIVENZA
a temperatura bassa nelle feci circa una settimana
a 4°C, nell'acqua circa un mese
a 60°C, nell'acqua circa 30 minuti
a 100°C, nell'acqua circa 2 minuti
esposizione diretta alla luce solare circa 40-48 ore
esposizione diretta ai raggi ultravioletti si inattiva immediatamente
ambiente acido (ph 4,0) sopravvive
glicerina sopravvive circa un anno
solventi organici: cloroformio, acetone, ecc. si inattiva immediatamente
disinfettanti comuni, agenti ossidanti, acidi diluenti, alogeni (cloruro, iodio), ecc. si inattiva immediatamente

Gli uccelli infetti possono continuare a rilasciare il virus nelle loro feci e nella saliva per 10 giorni dal contagio. Il virus può essere inattivato immediatamente dai raggi UV e dai comuni disinfettanti, ed è sensibile al calore. Secondo la Food and Drug Administration, l'influenza aviaria non si trasmette mangiando uova di volatili infetti o carne di pollame cotta correttamente. Il consumo di carne avicola è sicuro se il metodo di cottura consente il raggiungimento di una temperatura interna di almeno 74°C. Le uova devono essere cotte fino a quando il tuorlo e l'albume sono completamente rappresi.

Perché l'Influenza Aviaria è motivo di preoccupazione per l'uomo?

Il controllo sanitario stabilito per l'influenza aviaria non è legato solo all'impatto economico derivante dalle morie di animali, ma suscita particolari timori anche per la salute pubblica.

Quello che preoccupa maggiormente gli esperti è che nuovi sottotipi virali diventino in grado di trasmettersi all'uomo e, soprattutto, di trasmettersi da persona a persona.

I virus influenzali appartenenti al tipo A, infatti, vanno incontro a fenomeni di riassortimento genetico con elevata frequenza, che consente notevoli capacità di adattamento a nuovi

ospiti e la continua comparsa di nuovi ceppi virali. Queste mutazioni si possono verificare, ad esempio, quando un virus umano e un virus aviario "scambiano" il loro patrimonio genetico oppure quando il virus da una specie animale passa ad un'altra (particolarmente pericoloso è

il passaggio dagli uccelli al maiale); tramite questo passaggio il virus può acquistare la capacità di trasmettersi all'uomo e provocare malattia.

Esiste, quindi, la possibilità che da un serbatoio animale possa originare un nuovo virus per il quale l'uomo risulta suscettibile (come è accaduto nel secolo scorso, ad esempio, con la

spagnola da virus A-H1N1 del 1919 o l'asiatica da A-H2N2 del 1957). L'eventuale trasmissione interumana darebbe modo alla malattia di estendersi a livello globale, provocando quindi una pandemia influenzale da virus aviario. Attualmente, i virus con il più alto potenziale pandemico rimangono l'H5N1 e l'H7N9 in quanto continuano a circolare tra i polli e possono provocare una forma grave di malattia nelle persone. Altri sottotipi di virus potrebbero scatenare una pandemia, ma il rischio è ritenuto più basso.

Approfondimento: virus a bassa patogenicità e virus altamente patogeni

I virus dell'influenza aviaria (virus influenzali di tipo A) appartengono al genere Orthomyxovirus. I loro antigeni di superficie H (emagglutinina) ed N (neuraminidasi) possono variare, dando origine a diversi fenotipi virali, denominati con la sigla H(n)N(n). I vari ceppi sono classificati in virus a bassa patogenicità (LPAI, Low Pathogenic Avian Influenza) e in virus ad alta patogenicità (HPAI, Highly Pathogenic Avian Influenza), sulla base di struttura virale, criteri genetici e patogenesi molecolare specifica.

I virus dell'influenza aviaria sono per la maggior parte a bassa patogenicità, di solito associati a lieve malattia nel pollame. Al contrario, i virus ad alta patogenicità possono causare malattie gravi ed alta mortalità nei volatili.

I virus LPAI hanno il potenziale di trasformarsi in virus HPAI. Questo comportamento è stato documentato in alcuni focolai di pollame. I virus dell'influenza aviaria dei sottotipi H5 e H7, tra cui H5N1, H7N3 e H7N9, sono stati associati a HPAI e l'infezione umana provocata da questi virus può spaziare da manifestazioni lievi (esempio: H7N3) a gravi e fatali (H5N1 e H7N9).

La malattia umana causata dall'infezione da virus LPAI presenta all'esordio sintomi molto lievi simil-influenzali. Esempi di virus LPAI in grado di infettare gli esseri umani comprendono H7N7, H9N2 e H7N2.

Contagio

Influenza aviaria: come si trasmette dal pollame all'uomo?

L'influenza aviaria è una malattia infettiva che interessa per lo più gli uccelli selvatici. I volatili acquatici – in particolare, anseriformi (anatre, oche, cigni e germani reali), gabbiani, cormorani, aironi e cicogne – fungono da serbatoi di infezione.

Occasionalmente, quando il contatto è più facile, l'infezione virale è trasmessa dai volatili selvatici a quelli domestici (come tacchini, galline ovaiole e polli), nei quali può anche causare epidemie a elevata mortalità (fino al 90-100%). Il contagio tra uccelli suscettibili avviene più comunemente per via oro-fecale, tramite ingestione e/o inalazione di materiale infetto.

Negli allevamenti situati lungo le rotte migratorie naturali dei volatili selvatici si osservano ciclicamente focolai di influenza aviaria.

I virus influenzali di tipo A, responsabili dell'influenza aviaria, possono infettare sporadicamente alcuni mammiferi (maiali, cavalli ecc.), nonché l'uomo, a seguito di contatti con animali infetti (vivi o morti) o con superfici contaminate da materiale fecale aviario infetto, urine, saliva e secrezioni respiratorie.

Non c'è alcuna evidenza scientifica di trasmissione, invece, attraverso il consumo di carni avicole o uova cotte adeguatamente  (>70 °C). La manipolazione sicura della carne cruda e di altri ingredienti alimentari, una buona cottura e un'attenta igiene della cucina possono comunque prevenire o ridurre i rischi posti dai cibi contaminati. Finora, i focolai di influenza aviaria nel pollame italiano si sono dimostrati poco pericolosi per l'uomo. Nei Paesi in cui si sono verificati gravi casi di malattia umana, la trasmissione della malattia è avvenuta per il contatto prolungato e ravvicinato tra uomo e volatili domestici infetti. Il rischio di esposizione è considerato più alto durante la macellazione, lo spiumaggio, la lavorazione della carne e la preparazione del pollame per la cucina. Nei paesi asiatici, il virus si diffonde spesso nei mercati in cui viene venduto il pollame vivo oppure si trasmette da un'azienda all'altra tramite attrezzi, gabbie e mangimi contaminati.

Fattori di rischio

Il più grande fattore di rischio per l'influenza aviaria sembra essere lo stretto contatto con uccelli malati o con superfici contaminate da piume, saliva od escrementi infetti. Il significato di "stretto contatto" differisce da cultura a cultura. Alcune persone hanno contratto il virus H5N1 mentre pulivano o spennavano volatili infetti. In Cina, ci sono state segnalazioni di infezione nei mercati di animali vivi per inalazione di materiali dispersi nell'aerosol. È anche possibile che alcune persone siano state infettate a seguito della balneazione in acque contaminate con escrementi di uccelli infetti. Solo in pochi casi, l'influenza aviaria è stata trasmessa da un essere umano infetto ad un altro mediante contatto diretto.

Persone di ogni età possono contrarre l'influenza aviaria. Se un individuo o un animale suscettibile viene infettato contemporaneamente dal virus dell'influenza aviaria e da quello dell'influenza umana potrebbe verificarsi una ricombinazione genica. Anche senza scambiare i geni, il virus H5N1 ha comunque il potenziale per mutare in una forma che infetta più facilmente gli esseri umani, diffondendosi rapidamente in tutto il mondo. Quando ciò accade si scatenano pandemie, che in passato hanno causato numeri elevatissimi di malati, ricoveri e decessi. Quando tale evenienza si ri-presenterà le autorità sanitarie potrebbero essere in grado evitare la pandemia: l'H5N1, ad esempio, è sensibile ai farmaci antinfluenzali più recenti ed un vaccino è già stato creato e stoccato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Persone più esposte al rischio di influenza aviaria
  • Persone che, per attività lavorativa, sono a contatto con animali infetti
  • Persone "conviventi" con animali infetti nel loro ambiente naturale, così come i lavoratori di allevamenti intensivi
  • Persone che per cultura e tradizioni alimentari consumano carni e/o sangue di animali infetti non cotti
  • Persone che vivono in condizioni igienico sanitarie precarie e che consumano acque contaminate da liquami

Diagnosi

Esami per la diagnosi dell'Influenza Aviaria

L'influenza aviaria viene di solito diagnosticata attraverso un tampone che raccoglie le secrezioni dal naso o dalla gola entro i primi giorni della malattia, dopo la comparsa dei sintomi. Il campione viene inviato ad un laboratorio, dove saranno ricercati ed identificati i virus dell'influenza aviaria utilizzando un test molecolare o adeguate colture. A seconda del tipo di indagine, i risultati possono essere disponibili dopo poche ore o settimane. Nelle fasi tardive della malattia, può essere difficile identificare un virus dell'influenza aviaria usando questi metodi, ma è ancora possibile diagnosticare l'infezione cercando prove della risposta immunitaria contro l'agente virale. La diagnostica per immagini può essere utile per valutare le condizioni dei polmoni e stabilire la corretta diagnosi e le migliori opzioni di trattamento.

Trattamento

Farmaci antivirali per l'Influenza Aviaria

Per il trattamento (e la prevenzione) di un'infezione umana da virus dell'influenza aviaria, attualmente viene raccomandata la prescrizione di oseltamivir o di zanamivir. In particolare, le analisi disponibili per H5N1 indicano che la maggior parte dei virus è sensibile a questi due farmaci anti-influenzali, noti come inibitori della neuraminidasi. Oseltamivir e zanamivir abbreviano di un paio di giorni la sintomatologia e riducono l'ulteriore moltiplicazione virale nelle cellule. Tuttavia, sono stati riportati episodi di farmaco-resistanza in alcuni casi umani di influenza aviaria H5N1. Questi farmaci antivirali devono essere assunti entro due giorni dalla comparsa dei sintomi, cosa che può rivelarsi logisticamente difficile a livello mondiale, nel caso ci fosse un'epidemia diffusa. Studi condotti in laboratorio suggeriscono che i farmaci approvati per trattare il virus dell'influenza umana (esempio: amantadina e rimantadina) dovrebbero agire anche in caso di infezione da influenza aviaria, ma ulteriori studi sono necessari per determinarne l'efficacia.

Prevenzione

Attualmente, il modo migliore per prevenire l'influenza aviaria consiste nell'evitare le potenziali fonti di esposizione ai virus. La maggior parte delle infezioni umane si sono verificate a seguito di un contatto prolungato e diretto con pollame infetto o (più raramente) con pazienti malati.
La Commissione Europea ha adottato alcune misure con l'obiettivo di impedire che la malattia diffonda nel territorio. Queste comprendono il divieto di importazione di carne di pollame e affini da Paesi interessati dall'epidemia e l'obbligo di etichettatura delle carcasse di volatili da cortile, con indicazione della sigla e del numero di registrazione identificativo dell'allevamento di provenienza. Le persone che lavorano con il pollame o che sono esposte ai focolai di influenza aviaria sono invitate a seguire le norme di biosicurezza raccomandate e a mettere in atto le pratiche di controllo delle infezioni; queste includono l'uso di adeguati dispositivi di protezione individuale e la cura dell'igiene delle mani.

Pollame e uova

Una corretta manipolazione e cottura di pollame e uova annulla il rischio di contrarre l'influenza aviaria cibandosi di tali alimenti. Il calore distrugge i virus aviari, quindi il pollame cotto adeguatamente non rappresenta una minaccia per la salute. Mettendo in atto alcune pratiche durante la manipolazione e la preparazione del pollame, è possibile evitare anche la diffusione di Salmonella o altri batteri nocivi che possono infettare gli alimenti.

  • Comprare pollame garantito per origine e provenienza
  • Evitare la contaminazione incrociata. Usare acqua calda e sapone per lavare taglieri, utensili e tutte le superfici che sono venute a contatto con il pollame crudo. Lavarsi le mani con sapone e acqua calda per almeno 20 secondi prima e dopo aver maneggiato pollame crudo e uova. Separare nel frigo gli alimenti crudi da quelli cotti.
  • Cuocere a fondo il pollo fino a quando i succhi che fuoriescono sono trasparenti e viene raggiunta una temperatura interna minima di almeno 74°C.
  • Evitare le uova crude. I gusci d'uovo sono spesso contaminati da escrementi di uccelli, quindi per prevenire l'influenza aviaria sarebbe opportuno evitare gli alimenti contenenti uova crude o poco cotte.
https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/10/26/aviaria-sintomi-e-prevenzione-orig.jpeg Shutterstock

Vaccino

È disponibile un vaccino contro il virus dell'Influenza Aviaria?

Per prevenire l'infezione, la Food and Drug Administration ha approvato un vaccino formulato contro molte delle varietà di influenza aviaria H5N1. Questo vaccino non è disponibile al pubblico, ma è pronto e stoccato dall'OMS che provvederà a distribuirlo nel caso in cui un virus H5N1 iniziasse una pandemia di influenza aviaria. Lo scopo dell'eventuale vaccinazione consiste nel fornire una protezione limitata fino a quando un altro vaccino sarà progettato contro la forma specifica del virus mutato (indicativamente entro tre o quattro mesi).

Nota. Il vaccino contro l'influenza stagionale non offre protezione contro l'influenza aviaria, ma può ridurre il rischio di co-infezione del virus dell'influenza umana e aviaria nello stesso individuo.

I soggetti in viaggio verso il Sud-est asiatico o in qualunque regione con focolai sporadici di influenza aviaria dovrebbero attenersi alle seguenti raccomandazioni:

  • Evitare il contatto con uccelli domestici. Se possibile, evitare le zone rurali, le piccole aziende agricole e i mercati all'aperto.
  • Lavarsi le mani. Questo è uno dei modi più semplici e migliori per prevenire le infezioni di ogni genere.
  • Utilizzare un disinfettante a base di alcool (almeno al 60%) per lavare superfici o stoviglie toccate da pazienti o da persone con sospetta influenza.
  • Non consumare carni o uova crude o poco cotte
  • Vaccino antinfluenzale. Prima di partire, è utile chiedere al medico un vaccino antinfluenzale. Esso non protegge specificatamente dall'influenza aviaria, ma può aiutare a ridurre il rischio di infezione simultanea di virus influenzali umani ed aviari.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici