EPOC: extra consumo di ossigeno post esercizio

Ultima modifica 25.11.2019

Alla fine di un esercizio fisico le attività metaboliche non ritornano immediatamente al loro livello di riposo ma necessitano di un tempo più o meno lungo a seconda dell'intensità di esercizio.

Questo periodo in cui il consumo di ossigeno eccede rispetto ai valori basali è stato studiato per la prima volta dal premio nobel Archibald Vivian Hill, il quale introdusse per la prima volta il concetto di debito di ossigeno.

Questo termine, oggi sostituito dalla sigla EPOC (excess post exercise oxygen consuption) indica, appunto, la differenza tra il volume di ossigeno consumato all'inizio del lavoro e il volume di ossigeno consumato in un tempo uguale ma allo stato stazionario .

L'EPOC è direttamente proporzionale all'intensità e alla durata dell'esercizio. Più aumentano intensità e durata e più a lungo il livello metabolico rimane a valori superiori rispetto al suo livello basale.

Hill suppose che questo fenomeno fosse necessario per ripristinare le scorte di glicogeno intaccate nel corso dell'esercizio fisico e per metabolizzare l'acido lattico accumulato attraverso il ciclo di Cori.

Tuttavia, se osserviamo l'andamento dell'EPOC riportato in figura ci accorgiamo di come esistano due diverse fasi che nel loro insieme costituiscono il tempo totale di recupero.


EPOC: extra consumo di ossigeno post esercizio

Queste due fasi (veloce e lenta) rispecchiano, rispettivamente, il tempo necessario per ripristinare il sistema anaerobico alattacido ( creatina fosfato e ATP ), ed il tempo necessario per ossidare l'acido lattico prodotto e accumulato nel corso dell'esercizio fisico.


Questa ipotesi, ripresa da Margaria nel 1964 fu avvalorata già nel lontano 1933 a Boston ma i ricercatori non avevano la possibilità di dimostrarla con prove sperimentali.


Tuttavia attualmente anche questa ipotesi è stata in parte scartata. Sono stati infatti ipotizzati e studiati molti altri processi che stanno alla base dell'EPOC, tra questi pare che il principale sia l'aumento della temperatura interna che si viene a creare nell'organismo in seguito all'esercizio fisico.

CAUSE DELL'EPOC:

  • resintesi aerobica di ATP
  • resintesi di fosfocreatina
  • riossigenazione della mioglobina
  • resintesi di glicogeno dal lattato (ciclo di Cori)
  • ossidazione del lattato
  • effetto dovuto all'ipertermia
  • effetto dell'assetto ormonale (attivazione degli ormoni dello stress)
  • effetto dell'elevata attività cardiaca, ventilatoria e di altre funzioni corporee

Si è passati dunque da una spiegazione dell'EPOC puramente biochimica (ATP, CP e acido lattico) ad una spiegazione biochimico-energetica (ATP, CP, acido lattico, ventilazione, FC, temperatura, assetto ormonale, aumentata richiesta energetica in generale).

UTILITÀ DELL'EPOC PER LA STIMA DEI TEMPI DI RECUPERO

Lo studio dell'extra consumo di ossigeno post esercizio ha permesso di stabilire che un recupero di tipo attivo ad intensità moderata (50% del VO2max) è più efficace rispetto al riposo di tipo assoluto. Questo aspetto, valido solo se l'esercizio è di tipo massimale o submassimale, sembra trovare una spiegazione nell'aumentata perfusione dei muscoli e degli organi che usano l'acido lattico come substrato energetico che si verifica durante l'esercizio di bassa intensità.

Ecco spiegato perché, tra una ripetuta e l'altra, è meglio recuperare continuando l'esercizio a bassa intensità piuttosto che fermarsi, sdraiarsi o sedersi.